Un importante passo avanti per la Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Lodi, che da oggi può contare su una nuova tecnologia all’avanguardia nel campo della diagnostica oncologica. Un aggiornamento che porta la struttura ai livelli delle realtà più avanzate della Lombardia, rafforzando le capacità di analisi e ricerca in ambito onco-ematologico.
Grazie all’arrivo di una nuova apparecchiatura di laboratorio, sarà possibile effettuare una tipizzazione cellulare più approfondita e definire con maggiore precisione le caratteristiche delle cellule tumorali. Un salto di qualità che permette alla struttura lodigiana di lavorare in autonomia, senza dover più inviare campioni a laboratori esterni per completare le indagini.
“Non abbiamo più bisogno del supporto di strutture esterne: ora siamo completamente autosufficienti”, spiega Marco D’Agostino, responsabile della Medicina Trasfusionale. “Questo significa maggiore rapidità, efficienza e sicurezza per l’attività diagnostica”.
La nuova strumentazione è stata installata all’interno del Laboratorio di Immunologia, diretto dalla biologa Giuseppina Sidoli, ed è accompagnata da un percorso di formazione specifico per il personale. Non solo tecnologia, quindi, ma anche nuove competenze specialistiche che permettono di utilizzare al meglio le potenzialità del sistema.
“È una tecnologia innovativa e, per il nostro territorio, anche esclusiva”, sottolinea ancora D’Agostino.
Oltre all’attività diagnostica, la Medicina Trasfusionale dell’ASST di Lodi si conferma un punto di riferimento anche nella raccolta: ogni anno registra circa 15.000 donazioni di sangue e plasma, grazie alla collaborazione con associazioni e volontari. Un risultato che consente non solo di soddisfare il fabbisogno locale, ma anche di supportare territori vicini in caso di necessità, come accade per esempio nella zona del Pavese.
Con questa nuova dotazione, Lodi si conferma sempre più all’avanguardia nella sanità pubblica lombarda, offrendo ai cittadini strumenti e competenze di alto livello.
