In occasione dei trent’anni della Questura di Lodi, è stata allestita presso il cortile San Domenico della Sede della Provincia di Lodi in via Tito Fanfulla una mostra, visitabile gratuitamente dal 15 al 26 novembre, dal titolo evocativo “La verità nelle tracce. Oltre 120 anni di Polizia Scientifica”. L’evento è promosso dalla Polizia di Stato e organizzato dal Gabinetto Regionale Polizia Scientifica Lombardia.

L’esposizione viene proposta come un viaggio multimediale attraverso il quale i visitatori hanno la possibilità di ascoltare, leggere, comprendere e apprezzare le attività svolte dalla Polizia Scientifica in tutte le loro declinazioni, attraverso la lente di ingrandimento dello specialista.
Il percorso si articola in sette ambienti, ognuno caratterizzato da un colore e da una disciplina specifica, e ripercorre la storia del settore dalle origini nel 1903 con la prima scuola di Polizia Scientifica fondata dal medico legale Salvatore Ottolenghi, fino alle più moderne tecniche dell’indagine forense.

In ogni ambiente, la narrazione è affidata alla voce del giornalista Gianluigi Nuzzi, che approfondisce ogni tematica svelando i principi scientifici e i metodi di lavoro. Il percorso espositivo prende avvio dall’ambiente intitolato “Le Origini”, in cui si racconta la nascita della prima scuola di Polizia Scientifica e dove viene esposto anche il primo sistema di fotosegnalamento. Si prosegue con “L’Impronta Digitale”, che illustra la formazione e l’immutabilità delle impronte. Nella stanza verde dedicata alle riprese video in ordine pubblico vengono presentate le tecniche e gli strumenti utilizzati per identificare i responsabili. L’ambiente giallo della scena del crimine mostra le procedure di sopralluogo e le metodiche di raccolta delle tracce. Nel settore celeste dell’analisi delle tracce si approfondiscono genetica forense, balistica e analisi chimica, evidenziando l’evoluzione tecnologica del comparto. Il percorso continua nella sezione blu delle altre attività d’indagine, dove vengono illustrate le applicazioni più moderne, dall’intelligenza artificiale alla digital forensics. La visita si conclude con la sala rossa dedicata alla ricostruzione 3D, che mostra le tecniche di acquisizione e ricostruzione virtuale delle scene del crimine, tra cui quelle analizzate per la Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro.

La mostra offre un percorso immersivo e consente al pubblico di immedesimarsi nei molteplici specialisti della Polizia Scientifica, ponendo l’accento sull’evoluzione delle discipline forensi e dell’importanza dell’interazione come strumento di comprensione.
L’esposizione si presenta come un omaggio al territorio lodigiano e al rapporto tra istituzioni e comunità.