Larve pelose, ragnatele di seta tra i rami e alberi privi di foglie: è l’effetto della massiccia infestazione di Hyphantria cunea, lepidottero originario del Nord America noto come “gatta pelosa”, che sta colpendo il verde urbano di Lodi.
Secondo il Comune, che ha avviato interventi di disinfestazione, si tratta dell’invasione più intensa degli ultimi 25 anni, favorita dalle alte temperature di Ferragosto. Le piante più colpite sono aceri, tigli, liquidambar e gelsi.
“La gatta pelosa, appena arrivata in Europa, era priva di predatori naturali – spiega il professor Riccardo Groppali, ex docente all’Università di Pavia –. La diffusione iniziale fu rapidissima: i bruchi, protetti da ragnatele di seta, divoravano le foglie, spogliando interi alberi e lasciandoli di aspetto spettrale”.
Col passare degli anni, però, l’equilibrio ecologico ha iniziato a contenerne l’avanzata. “Questi bruchi hanno cominciato ad ammalarsi e a essere predati. Uccelli e ragni hanno iniziato a cibarsene, contribuendo a ridurne la popolazione”, sottolinea Groppali.
Sul fronte dei trattamenti, l’esperto distingue tra gli insetticidi tradizionali, molto impattanti sull’ambiente, e metodi più mirati. Tra questi, il più efficace è il Bacillus thuringiensis, un batterio letale per le larve ma innocuo per l’uomo e gli animali. “Va applicato la sera – precisa – perché la luce solare lo inattiva in poche ore”.
L’infestazione non rappresenta un rischio per la salute pubblica, ma può danneggiare le piante ornamentali rallentandone la crescita o, se ripetuta per più anni, portarle alla morte. “Si tratta comunque di un fenomeno temporaneo – rassicura Groppali –: fastidioso per l’aspetto degli alberi, ma non devastante per l’ambiente”.


































